Tenda Bis: l’apertura estiva è a rischio

Le nouveau tunnel du Col de Tende

La speranza di un’apertura estiva del Tenda Bis, il tunnel strategico che collega l’Italia alla Francia, si affievolisce. In un articolo pubblicato il 20 febbraio 2025, RaiNews suonava l’allarme: «Il Tenda Bis potrebbe non aprire in estate», rivelando che «nuovi ostacoli dal lato francese impedirebbero l’apertura» tanto attesa. Un timore che, dieci giorni dopo, sembra confermato, gettando il Cuneese nell’incertezza e nella frustrazione.

Un appello di soccorso transfrontaliero

La sindaca di Cuneo, Patrizia Manassero, non usa mezzi termini. Citata da RaiNews, dichiarava: «Faccio un appello a chi può far arrivare il messaggio, che si impegni per risolvere le difficoltà di collaborazione e trovare un equilibrio con la Francia perché i lavori avanzino con rapidità. C’è bisogno del colle aperto per tutti.» Un grido d’urgenza rivolto al governo italiano, mentre i rapporti con la Francia, partner imprescindibile del progetto, sembrano essere in stallo. Dietro questo ritardo si profila un fallimento più ampio: quello di una cooperazione transfrontaliera incapace di mantenere le sue promesse.

I lavori, che dovevano concludersi entro fine giugno secondo un calendario ufficializzato il 7 febbraio a Nizza dal nuovo ministro francese dei Trasporti, Philippe Tabarot, procedono a rilento. «A condizione che i collaudi diano esito positivo», aveva prudentemente aggiunto, secondo RaiNews. Una condizione che, oggi, sembra un pio desiderio.

Lavori a rilento ed esigenze francesi

Il nodo del problema? Un cantiere che avanza a passo di lumaca. Anas, gestore italiano delle infrastrutture, sostiene che una circolazione in modalità cantiere – un senso unico alternato – potrebbe essere possibile già da fine dicembre. Ma la Francia impone le sue regole: 75 giorni per i suoi accertamenti tecnici, da effettuare solo al termine delle opere civili e di sicurezza. Tuttavia, come sottolineava RaiNews, «i lavori sono in ritardo e non rispetteranno la scadenza se non verrà rinforzata la pattuglia di lavoratori del consorzio Edilmaco». I numeri parlano chiaro: 35 operai presenti oggi, contro i 230 di dicembre. Un calo che compromette tutto.

Peggio ancora, sono stati individuati gravi malfunzionamenti nella valle Roya. RaiNews elenca i colpevoli: «gli impianti anti incendio, le cabine elettriche di controllo e la galleria storica», quest’ultima ancora ostruita da 150 metri di detriti. Se questa via di fuga non sarà liberata in tempo, non potrà svolgere il suo ruolo in caso di incidente, rendendo inaccessibili le autorizzazioni francesi, piuttosto rigide in materia di sicurezza.

La rabbia sale a Cuneo

Di fronte a questo fiasco, la tensione sale. La Provincia di Cuneo sta pensando di uscire dal Comitato di monitoraggio, un gesto di protesta radicale che RaiNews attribuisce a «fonti vicine a Luca Robaldo», presidente della provincia di Cuneo. Un’altra opzione? Chiedere ad Anas di applicare le penali – 126.000 euro al giorno di ritardo – nei confronti del consorzio Edilmaco. «A Nizza ho espresso la mia inquietudine sulle parole del ministro Tabarot», confidava ancora Manassero a RaiNews. «Ora aspettiamo, con tristi presentimenti, di conoscere il cronoprogramma.»

Un collegamento vitale in bilico

Il Tenda Bis non è solo un tunnel: è un’arteria essenziale per gli abitanti e le economie locali, soffocati da anni di lavori e promesse non mantenute. Oggi, questo progetto emblematico vacilla, vittima dei ritardi burocratici e delle divergenti esigenze tra Roma e Parigi. La sindaca di Cuneo fa appello alla responsabilità dei leader, ma il tempo stringe. Senza una mobilitazione rapida da entrambe le parti delle Alpi, l’estate 2025 rischia di passare ancora una volta senza che il colle sia aperto. Un fallimento che avrebbe un sapore amaro per tutti coloro che ci hanno creduto.