Dopo più di otto anni di lavori colossali, è stato inaugurato il nuovo quartiere Mareterra di Monaco. Esteso su una superficie di sei ettari, è ormai considerato uno dei luoghi più costosi al mondo dove risiedere. Infatti, la sua costruzione ha sfidato le leggi della natura, poiché questo quartiere è stato letteralmente strappato al mare. Secondo Monaco-Matin, il costo totale dei lavori ammonta a circa due miliardi di euro. Più di 300 aziende e fino a 4.000 professionisti sono stati mobilitati per concretizzare questo progetto eccezionale. Questo quartiere unico combina la bellezza dell’ambiente mediterraneo, con mille pini importati dalla Toscana, ad edifici audaci che sembrano galleggiare sul bordo del mare. È un luogo che sarà ogni giorno alla portata di tutti i residenti e turisti, offrendo loro un nuovo polmone verde a contatto con il blu del Mediterraneo.
Un po’ di storia
Tutto inizia nel 1847, quando il Principato di Monaco si estendeva ancora su 24,5 km² e comprendeva tre comuni: Monaco, con i suoi 1.250 abitanti, Roccabruna, che ne contava 850, e Mentone, il più popolato con 4.900 anime. La ricchezza del Principato si basava principalmente sulla fertile pianura di Mentone, vero tesoro agricolo, dove agrumi e ulivi prosperavano sotto il sole mediterraneo. Il commercio estero era dominato dall’esportazione di olio e limoni, prodotti simbolo della regione.
Ma nel 1848 tutto cambia. Sulla scia delle rivoluzioni che scuotevano l’Europa, una decisione del principe Florestano I semina discordia: una tassa sugli agrumi. Questo progetto provoca l’ira degli abitanti di Mentone e Roccabruna, già sensibili alle idee di libertà. In risposta, i due comuni proclamano la decadenza dei Grimaldi e si dichiarano «città libere», cercando la protezione del Regno di Sardegna.
Questo episodio segna una svolta nella storia di Monaco, riducendo considerevolmente il suo territorio e ridefinendone i confini.

In seguito alla cessione de facto di Mentone e Roccabruna alla Francia nel 1860, Monaco si ritrovò privo di numerose fonti di reddito, in particolare agricole e commerciali. Nonostante l’indennità di 4 milioni di franchi versata dalla Francia a Florestano I per compensare la perdita dei territori annessi, il Principato dovette affrontare gravi difficoltà finanziarie.
Per far uscire il suo paese da questa crisi, il principe Carlo III, successore di Florestano, decise di puntare su un’attività ancora poco sviluppata all’epoca: il turismo. Nel 1856, avviò la costruzione dei primi stabilimenti termali e di un casino, ispirandosi al modello tedesco. Essendo i giochi d’azzardo vietati nei paesi vicini, in particolare nel Regno di Sardegna e in Francia, questa iniziativa mirava ad attirare una clientela straniera. Tuttavia, il primo stabilimento di gioco, aperto nel 1862 nel quartiere della Condamine, riscosse un successo limitato.
Tutto cambiò con l’arrivo di François Blanc, un imprenditore francese visionario nel settore dei giochi d’azzardo. Sotto la sua direzione, il Casino di Monaco, inizialmente costruito nel quartiere delle Spélugues, divenne un’istituzione rinomata, attirando una clientela internazionale e segnando l’inizio della trasformazione di Monaco in una destinazione prestigiosa.
Nel 1862, François Blanc gettò le basi per il rinnovamento economico del Principato fondando la Société des Bains de Mer (SBM). Questo ambizioso progetto trasformò Monaco in un centro di lusso ed eleganza. Nel giro di tre anni, inaugurò infrastrutture iconiche: il sontuoso Hôtel de Paris nel 1864, seguito nel 1865 dal leggendario Casino di Monaco.

Nonostante le sfide logistiche legate all’accesso ancora difficile alla regione, questo complesso turistico attirò rapidamente una clientela facoltosa, dando nuovo slancio all’economia locale. A seguito di questo successo, il quartiere delle Spélugues, dove si trovava il casino, fu ribattezzato Monte-Carlo in omaggio al principe Carlo III, che aveva guidato il suo paese verso una nuova era di prosperità.
Fu nel 1868 che il complesso turistico e alberghiero di Monaco conobbe uno sviluppo senza precedenti, grazie all’arrivo tanto atteso della ferrovia, che collegò il Principato di Monaco al resto dell’Europa. Questo progetto di vasta portata ebbe un impatto decisivo, facilitando l’accesso alla regione e permettendo al Principato di affermarsi come una meta di eccellenza per i viaggiatori europei. Grazie a questa modernizzazione dei trasporti, Monaco divenne rapidamente un crocevia europeo del jet set, dando impulso alla sua economia e consolidando il suo status di destinazione privilegiata per le élite mondiali.

Un vero rinnovamento soffiò sul Principato grazie alla soppressione delle imposte personali e delle tasse fondiarie, aprendo la strada a numerosi investitori stranieri desiderosi di collocare il proprio patrimonio a Monaco. Il 14 febbraio 1869, il principe Carlo III pubblicò nel Journal de Monaco un articolo che avrebbe segnato una svolta decisiva nella storia del paese. Questa audace riforma fiscale cambiò per sempre il destino del Principato, facendone un centro economico prospero e un rifugio per le grandi fortune internazionali.
Articolo 1
A partire da oggi, nella Nostra Principato sono aboliti la tassa fondiaria, la tassa personale e mobiliare e l’imposta sulle licenze.

È curioso notare come, all’epoca, come racconta il Journal de Monaco in questa data, il Principato si promuovesse anche all’estero attraverso scritti volti a invitare a investire e a vivere nel paese. Infatti, nello stesso giornale in cui fu pubblicato l’articolo che aboliva le imposte personali e fondiarie, è possibile leggere una sorta di “poesia” scritta da Gustave Labourt, in cui l’invito a venire a Monaco è chiaramente espresso:
Quando l’inverno nelle nostre capitali
Ha sparso ovunque tristezza e timore,
Quando il vento, in lugubri raffiche,
Riporta ahimè! neve e freddo,
Monaco sola, nel suo nido di verde,
Può accogliere i ricchi viaggiatori.
Offre a tutti la sua splendida natura,
Offre a tutti il suo sole e i suoi fiori!C’è un grido che si lancia ovunque
E quel grido deve trovare eco!
Volete vedere l’angolo più bello del mondo?
Bisogna venire ad abitare a Monaco!!!
A partire da questo momento, Monaco divenne anche ricca di patrimonio culturale e scientifico, diventando un luogo d’arte e di ricerca. Tra le realizzazioni più significative del Principato, l’Opéra di Monaco o Salle Garnier occupa un posto di rilievo. Progettati dall’architetto francese Charles Garnier, questi due gioielli architettonici sono una replica perfetta dell’Opéra di Parigi. L’auditorium, magnificamente decorato in rosso e oro, è ornato da affreschi e sculture, creando un’atmosfera al tempo stesso elegante e sontuosa. Inaugurato il 25 gennaio 1879, divenne rapidamente un luogo imprescindibile per gli appassionati di musica e arte.
Nel 1889, Alberto I salì al trono e dedicò il suo regno alla ricerca scientifica, in particolare nei campi dell’oceanografia e della paleontologia. Fondò il Museo Oceanografico, che si affermò come uno dei centri di ricerca più prestigiosi al mondo. Jacques-Yves Cousteau ne fu direttore dal 1957 al 1988, contribuendo alla fama internazionale del museo e alle sue importanti scoperte marine.
Con le stesse prospettive del passato, Monaco occupa ancora oggi un posto importante tra i paesi più sviluppati, grazie agli investimenti pubblici e soprattutto privati, che rendono il piccolo Stato attraente per i grandi patrimoni mondiali. Che sia nel settore finanziario, economico o del tempo libero, il Principato si afferma sulla scena internazionale distinguendosi anche per il suo impegno in ambiti come la protezione dell’ambiente, dove è costantemente all’opera per conciliare sviluppo sostenibile e innovazione.

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