Che sia sullo stemma della città, su alcuni resti situati all’angolo tra rue de la Préfecture e rue de la Poissonnerie, o su monumenti risalenti all’epoca della dominazione sabauda, molti hanno già notato almeno una volta il motivo del nodo Savoia o l’iscrizione “FERT”. Ma cosa significano questi simboli? A chi appartengono?
Il nodo a otto, conosciuto in Italia con il nome di nodo Savoia, è legato alla Casa reale di Savoia da secoli. Più precisamente, appare già nel 1362 negli ordini cavallereschi fondati da questa dinastia. In quell’anno, Amedeo VI di Savoia, soprannominato il Conte Verde, crea l’Ordine del Collare, su richiesta di Papa Urbano V, nell’ambito dell’organizzazione di una crociata in Oriente. Questa spedizione aveva lo scopo di difendere il trono di Bisanzio, liberare Gallipoli dai Turchi e portare soccorso a Giovanni V Paleologo, cugino di Amedeo VI.
L’Istituzione dell’ordine del Collare e il suo significato

L’Ordine del Collare riuniva quindici cavalieri, incluso lo stesso conte, legati da un giuramento di fedeltà e fraternità. Questo nuovo ordine aveva l’obiettivo di porre fine alle rivalità tra cavalieri, che, nel sistema feudale, talvolta minacciavano l’ordine e la stabilità dello Stato. Con la creazione di questa confraternita, i cavalieri si impegnavano solennemente a non farsi la guerra, a aiutarsi in caso di necessità e a risolvere le loro controversie senza intervento esterno, diventando i propri arbitri.
In questo ordine, il sovrano si poneva sullo stesso piano dei suoi cavalieri, e tutti i membri si consideravano fratelli o compagni. Questo spirito di fraternità era così forte che i cavalieri arrivavano a definirsi a vicenda cugini del sovrano.
Il nodo di Savoia: un simbolo misterioso
Sul collare di quest’ordine appaiono diversi nodi Savoia, il cui significato esatto resta incerto ad oggi, poiché nessuna spiegazione ufficiale è mai stata fornita. Nell’araldica, questi motivi sono stati chiamati Nodi Savoia, ma, inizialmente, venivano designati in vari modi: alcuni li chiamavano “nodi del Signore”, un’appellativo che poteva essere interpretato come un riferimento sia a Dio che al Principe. Altri li associavano ai “legami di Salomone”, attribuendo loro una potenziale discendenza massonica. Infine, a volte venivano qualificati come “legami d’amore”, un’ipotesi che potrebbe essere spiegata da un episodio attribuito ad Amedeo VI: una misteriosa dama gli avrebbe donato un bracciale ornato di capelli annodati, simbolo di una relazione intima.

Si racconta che Amedeo VI nutrisse una vera e propria passione per i nodi, che usava ovunque: sul suo elmo, sui suoi vestiti, sulla copertura del suo cavallo e persino sui suoi emblemi personali. Questo amore per questo motivo così particolare sembra aver segnato profondamente l’identità visiva della Casa di Savoia, al punto da diventare un simbolo emblematico. Successivamente, nel 1409, Amedeo VIII di Savoia stabilì la prima regolamentazione ufficiale dell’ordine e del suo distintivo. Decise che il collare alternasse i nodi di Savoia con l’iscrizione FERT e quindici rose, in memoria della Rosa d’Oro inviata da Urbano V al conte Amedeo VI nel 1364, quando gli consegnò gli insegni di cavaliere crociato.
Il Collare della Santissima Annunziata: un cambiamento storico
Nel corso degli anni, l’Ordine e il suo emblema hanno subito diverse modifiche. Una delle più significative avvenne nel 1518, quando Carlo III, duca di Savoia, decise di aggiungere una rappresentazione dell’Annunciazione al centro del collare, precisamente negli spazi vuoti tra i tre nodi. Questa trasformazione rifletteva l’importanza crescente della devozione mariana nella spiritualità della Casa di Savoia.

Da questo momento in poi, il collare prese il nome di Collare della Santissima Annunziata, e l’Ordine stesso fu rinominato Ordine della Santissima Annunziata. Questo prestigioso ordine esiste ancora oggi, e il suo attuale capo è Emanuele-Filiberto di Savoia, principe di Venezia e del Piemonte, duca di Savoia, marito dell’attrice francese Clotilde Courau. Questo cambiamento simbolico mirava a legare ancora più strettamente l’eredità cavalleresca dell’Ordine a una dimensione religiosa e spirituale, rafforzando così il suo carattere sacro e la sua legittimità presso i membri della dinastia e i loro alleati.
Il mistero del motto “FERT”
Per quanto riguarda il motto FERT, che è ancora visibile oggi sul piedistallo che è accuratamente custodito su rue de la Prefecture, all’angolo con rue de la Poissonnerie, apparve per la prima volta nel 1364 sul collare dell’Ordine del Collare durante un torneo cavalleresco a Chambéry. Amedeo VI vi avrebbe partecipato con gli altri 14 cavalieri, indossando un collare descritto dalle cronache come un “collare di levriero” con la legenda FERT. Ma cosa significa?
Rimane un vero mistero. Infatti, se ci basiamo sulle teorie più accreditate, all’epoca della sua comparsa, il termine FERT potrebbe significare “Fortitudo Ejus Regnum Tenuit” (La sua forza ha tenuto il suo regno). Secondo altri studiosi, il motto potrebbe essere tradotto in francese come “Frappez, Entrez, Rompez Tout” (Colpite, entrate, rompete tutto) o, sempre in latino, come “Fortitudo Ejus Rhodum Tenuit” (La sua forza ha tenuto Rodi). Più in sintonia con la natura del contesto, FERT potrebbe anche significare “Foedere Et Religione Tenemur” (Siamo vincolati da un patto e dalla religione).

Se ci affacciamo su ciò che ci rivela il libro La saga di Casa Savoia, di Antonio Parisi, la parola FERT potrebbe anche essere legata al termine latino ferre (portare), il cui paradigma è: fero, fers, tuli, latum, ferre. Così, FERT potrebbe significare “(egli) porta la croce di Savoia”.
Secondo lo stesso libro, una teoria ampiamente accettata dagli studiosi del XIX secolo sostiene che all’epoca della comparsa della parola FERT, quando un araldo si presentava davanti al sovrano, quest’ultimo gli chiedeva “Quid fert?“ (Cosa ci porti?). L’araldo rispondeva allora, in francese: “Bonnes Nouvelles”. Secondo l’opera dell’ultima regina d’Italia, Maria José di Savoia, Le origini di Casa Savoia, pubblicata nel 2001, questo termine sarebbe basato sul fatto che questi cavalieri portavano con sé il collare ornato dai nodi dell’amore, da cui l’associazione con la terza persona del verbo latino ferre (portare).
Cosa ne rimane oggi
Tornando al Collare della Santissima Annunziata, di cui ho parlato all’inizio dell’articolo, in cui specificavo che oggi il Gran Maestro è il principe Emanuele Filiberto di Savoia, lo scorso novembre quest’ultimo ha conferito il collare al principe Alberto Grimaldi di Monaco durante una breve cerimonia tenutasi nel Palais Princier. Qui sotto, alcuni scatti tratti dal profilo Instagram degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia.
In sintesi, il nodo di Savoia e il motto FERT sono molto più di semplici simboli. Rappresentano un’eredità reale profondamente radicata nella storia di Nizza. Questi motivi, ancora visibili nei monumenti e nei resti della città, ricordano l’impronta duratura di questa dinastia. Se oggi incontrate uno di questi simboli, ricordate la loro storia, che vi ho raccontato.
Fonti:
La saga di Casa Savoia, de Antonio Parisi, éditeur: Diarkos, 2024
Immagine del Collare della Santissima Annunziata, di Borodun – Opera propria, CC BY-SA 4.0 https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=57122740

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