Benvenuti in questo editoriale, uno spazio di riflessione dove le parole, una volta incise sulla tastiera, meritano di radicarsi nell’eterno dibattito sulla storia e sull’identità di Nizza.
Nizza ha certamente fatto parte delle possessioni dei Savoia dal 1388 al 1860, ma ecco che alcuni italiani, stimolati da un sospetto di nostalgia imperiale del XX secolo, insistono ancora nel rivendicare la sua appartenenza all’Italia come entità nazionale.
Che cos’è, di per sé, l’Italia?
L’Italia, come paese, prende forma nel 1861 con il regno, grazie all’audacia di Giuseppe Garibaldi — che salutiamo — e alla visione politica di Cavour, sostenuti dal re Vittorio Emanuele II. Prima di questa data, non si parlava di uno Stato unificato, ma della penisola italiana, o semplicemente dell’Italia come entità geografica condivisa tra più Stati indipendenti. Questi territori erano legati da una lingua comune: l’italiano, che fungeva da ponte, un po’ come l’inglese oggi, permettendo di farsi capire oltre i confini regionali. Ma nulla impedisce di dire che nel nord, l’italiano era già più diffuso che nel sud, anche se, in Piemonte, ad esempio, la monarchia e Cavour parlavano soprattutto francese e piemontese. L’italiano, a questo livello aristocratico, serviva principalmente come lingua amministrativa, quella utilizzata per comunicare con il popolo. Su questo punto, nessun dubbio, siamo d’accordo.
Nel 1860, il 24 marzo, Nizza e la Savoia furono costrette ad integrarsi nella Francia nell’ambito dell’espansione del Piemonte verso est. Da questo lato delle Alpi, alcuni vogliono far credere che gli abitanti di Nizza e della Savoia aspettassero semplicemente un “sì” per l’annessione e la cittadinanza francese. Tuttavia, questa idea è molto contestabile, poiché il Piemonte agì in stretta collaborazione con la Francia per evitare qualsiasi rivolta contro il trattato di Torino. Articoli futuri affronteranno anche l’esodo dei Nizzardi verso il Piemonte e la Liguria per sfuggire a questa annessione.
Ma torniamo a quello che dicevo prima: l’italianità di Nizza.
Nel contesto affascinante del Regno di Piemonte e Sardegna, mi ribello all’idea che Nizza, come altri territori di quell’epoca, possa essere definita “italiana”. Certo, c’era, all’epoca, una volontà tra i nizzardi di lottare per l’unità italiana, ma per forgiare una vera italianità, sarebbe stato necessario un processo di integrazione culturale sotto una stessa bandiera e una cultura condivisa — una sfida che, diciamolo onestamente, resta ancora da affrontare oggi in Italia.
Immaginate un attimo: i nizzardi di un tempo, parlando l’italiano, avrebbero potuto iscriversi in una sfera italofona vibrante, dove la storia e la lingua si intrecciano. Ma affinché Nizza fosse veramente considerata italiana, sarebbe stato necessario un matrimonio con le altre regioni italiane durante le battaglie per l’unità. Queste alleanze avrebbero permesso di tessere legami solidi e costruire una robusta identità collettiva.
Scrutando i resti del nostro passato, ci rendiamo conto che la questione dell’identità nizzarda è ben più complessa di quanto sembri. L’architettura di Nizza, così come quella di Torino, rivela una mosaico di influenze italiane e francesi. E non dimentichiamo che la casa di Savoia, sebbene abbia giocato un ruolo chiave nella storia italiana, non è di origine italica. Questa dualità delle influenze culturali e architettoniche ci ricorda che l’identità nizzarda non può essere ridotta a una semplice etichetta nazionale, quindi italiana (né francese).
Per concludere, parlo di un’italianità relativa. Nizza si avvicina molto di più all’Italia del Nord, in particolare alla Liguria e al Piemonte, che ad altre regioni. Oggi, la città conserva questa impronta italiana, alimentata dalla sua architettura che richiama quella delle sue vicine liguri e piemontesi, come sottolineato dal Consiglio d’Ornato. E non dimentichiamo gli immigrati italiani del XIX secolo che hanno contribuito a modellare il volto di Nizza. Questo ci ricorda che non bisogna pensare all’Italia come un’unità centrata sulla sua capitale, ma come un insieme ricco e diversificato, dove ogni regione ha la sua narrazione e merita di essere ascoltata. È essenziale ascoltare e rispettare le piccole realtà territoriali che formano il nostro patrimonio comune.
Era Nizza italiana prima del 1860?
No, perché l’Italia non esisteva in quel periodo. Le fondamenta dell’Italia si basano su quella che viene chiamata “Italia geografica”, che si estende dal Var fino alle porte dei Balcani. L’Italia non è emersa nel 1861, ma è nata molto più tardi, dopo anni e anni di integrazione territoriale e culturale. Inoltre, c’è ancora molta strada da fare per compiere l’unità italiana.
Oggi, Nizza è il frutto del matrimonio delle identità ligure, piemontese e provenzale, che si sono intrecciate nel corso dei secoli per forgiare la sua identità unica.

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